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 La Ferrovia Roma Nord

Allo sfascio la nostra storia

di Gianfranco Lelmi

Fermate Atac, questo è il titolo apparso sul famoso blog di David Nicodemi. Praticamente viene riportata la notizia che in merito alla “nostra” ferrovia “La Ferrovia Roma Nord”,  Atac condanna alla demolizione il materiale rotabile storico di questa linea (inoltre Roma Lido e Metro) di inestimabile valore.

Cosa sta succedendo è semplice, l’ATAC con il bando pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nr. 44 del 16.04.2014, parte V serie speciale, mette in vendita materiale rotabile e dispositivi chopper, “ un patrimonio di alto valore storico culturale”.

Il tutto viene illustrato, come riporta l’autore del bolg, in una cinquantina di pagine comprendenti la lettera d’invito a presentare le offerte, il capitolato d’oneri ed i relativi allegati.

Quindi i convogli del treno della Tuscia (e materiale rotabile di altre ferrovie) finiranno disintegrati dalla fiamma ossidrica: otto elettromotrici/locomotori e 23 rimorchiate.

Le accuse del consigliere regionale Fabrizio Santori verso Atac, come riporta David Nicodemi, sono di svendita del patrimonio mobiliare dell’azienda, mentre il CeSMoT (Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti) accusa l’Azienda di trasporti romana di totale insensibilità verso la conservazione della memoria storica.

Nel suo articolo, prosegue David Nicodemi, questi beni che si vogliono vendere, in base al decreto legislativo nr. 42 del 22 gennaio 2004, rientrano nei beni culturali appartenenti allo Stato, alle Regioni, agli altri enti pubblici territoriali, soggetti a specifiche disposizioni di tutela poiché aventi più di settantacinque anni. Le elettromotrici e le rimorchiate della Tuscia, potevano fungere da volano per il rilancio del turismo, questa linea ha delle potenzialità straordinarie, aggiungeva Roberto Scacchi di Legambiente in occasione del Treno Verde Vejo-Tuscia, e, non a caso l’ingegnere Angelo Curci e successivamente il presidente Bianchi, avevano deciso di conservare buona parte di questo materiale.

Rilasciando il nulla osta per la demolizione di questi mezzi Il Ministero dei Beni Culturali, il Ministero dei Trasporti, la Regione Lazio e Roma Capitale, dovranno assumersi le proprie responsabilità.

L’art. 30, concernente gli obblighi conservativi, specifica che lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali nonché ogni altro ente ed istituto pubblico, hanno l’obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza (comma1) e sono tenuti a garantirne la conservazione (comma 2). Anche il semplice abbandono (ad esempio ai vandali) è sanzionato penalmente.

E’ punito con l’arresto da sei mesi ad un anno e con l’ammenda da euro 775 a euro 38.734,50 chiunque destina i beni culturali indicati ad uso incomparabile con il loro carattere storico od artistico o pregiudizievole per la loro conservazione o integrità.

E’ punito con la reclusione fino ad un anno e la multa di euro 1.549,50 a euro 77.469 chiunque, senza la prescritta autorizzazione aliena i detti beni culturali.

In base all’articolo 733 del codice penale, chiunque distrugge, danneggia un monumento o un’altra cosa propria di cui gli sia noto il rilevante pregio, è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda non inferiore a 2.065 euro, se dal fatto deriva nocumento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale.

Il CeSMoT (Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti) sta chiedendo con insistenza al Sindaco Marino, all’Assessore ai Trasporti del Comune di Roma Improta, al Ministero dei Beni Culturali di bloccare la vendita di questo materiale storico poiché, come riferisce David Nicodemi,  in termini di redditività il tutto ha il sapore di una svendita e non una conveniente alienazione del patrimonio di una azienda pubblica, occorre fare in fretta prima che arrivi la fiamma ossidrica.

All’On.le  Nicola Zingaretti,  Presidente della Giunta Regionale del Lazio, all’On.le Daro Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, all’On.le Ignazio Marino, Sidaco di Roma Capitale, viene indirizzata una petizione per la sospensione dell’alienazione concernente il materiale rotabile storico

ATAC SpA. (PETIZIONE)

 

 

 

P.S. L'AUTORE DELL'ARTICOLO DESIDERA EVIDENZIARE CHE SECONDO LE SUE VALUTAZIONI, LA

RESPONSABILITA' DI QUESTE DEMOLIZIONI VA INDIRIZZATA VERSO LA REGIONE LAZIO E NON IN ATAC

POICHE' QUESTA AZIENDA E' UN CONCESSIONARIO DI SERVIZI.

 

09.05.2014

 

Fonte: Roma Report