La ferrovia Roma nord

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Foto tratta dal sito: Storia di Faleria

 

Furto di somari a Faleria

di Gianfranco Lelmi

 

L’episodio di seguito riportato, anche se con la Ferrovia Roma Nord non ha alcuna attinenza, lascia comprendere il tipo di vita che la fame e la guerra generavano.

La ferrovia che costeggiava e costeggia la via Flaminia fu “testimone” della fuga dell’autore del furto, Bartolini Pompilio, della corsa precipitosa in bicicletta del figliolo del Curti per fermare e individuare l’autore del furto del somaro. Sempre la Flaminia e la ferrovia “videro” il lungo ritorno a casa, a piedi, da Prima Porta (periferia di Roma) a Faleria, del figliolo del Curti. Ventisei chilometri di avventura. 

Il 20/21 luglio 1944 tale Sconocchia Giuseppe veniva derubato di un asino con relativo basto per un valore totale di lire 16.000 allocato in un recinto nei pressi del centro abitato di Faleria.

Nella notte del 24/25 luglio 1944 un tale Curti Francesco veniva anche lui derubato di un asino con il basto per un valore di lire ventimila. L’animale si trovava in una capanna aperta, nell’abitato di Faleria. Come riporta il Tribunale di Viterbo, i ladri, dopo aver tagliato il fil di ferro che chiudeva il cancello, si impossessarono dell’animale.

Su suggerimento dei Carabinieri il Curti invị il proprio figlio con una bicicletta lungo la via Flaminia.

Costui nei pressi del km. 19, raggiungeva un individuo conduceva l’asino con il basto rubato.

Venivano immediatamente informati i Carabinieri di Prima Porta che fermavano l’autore del menzionato furto. Identificato con il nome di Bartolini Pompilio, confessava di aver rubato l’asino del Curti e dello Sconocchia per lire 4.900. Nei pressi del mattatoio di Testaccio lo vendette ad un certo Bianchi Vittorio  che dichiaṛ di aver acquistato da uno sconosciuto un asino per L. 7.000. L’animale fu rivenduto ad un certo Deficca per L. 10.000. Costui al pretore di Roma dichiarava di aver acquistato l’animale per L. 7.100 rivendendolo a L. 9.000. Bartolini comunque confermava di aver detto al Bianchi che l’asino era stato rubato, circostanza negata dal Bianchi.

Il Bartolini veniva ritenuto colpevole per aver violato gli art. 81,624,625 n.2.8 e 61 n. 5 c.p. per aver sottratto allo Sconocchia un animale del valore di L. 16.000, al Curti veniva addebitata la responsabilità per la sottrazione di un animale del valore di L. 20.000.

Al Bianchi Vittorio veniva riconosciuto il delitto in base all’art. 648 del C.P.

 

 

 

 

Fonte:

Tribunale di Viterbo, sentenza di primo grado del 4/5/1945 nr. 23259/60

 

(2023.02.27    nr. 350)