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332-Quando si scontrarono due treni a piazzale Falminio

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Quando si scontrarono due treni a piazzale Flaminio   (nr. 332)

di Gianfranco Lelmi

Tra le tante storie che si possono leggere sulle cronache degli anni passati, una in particolare ha richiamato la mia attenzione. Il 20 giugno del 1986, come riporta il quotidiano l’Unità, due treni, con un botto assordante, si scontrarono alla stazione di Piazzale Flaminio. E’ inutile raccontare i dettagli dell’incidente, l’immaginazione non dà scampo: persone presenti sul treno, scaraventate a terra, altre che urtavano sedili, porte e pareti. Grida di aiuto da parte dei numerosi feriti. Come è immaginabile, le ambulanze della Croce Rossa e dei Vigili del Fuoco, accorrevano sul piazzale della stazione. Venticinque persone venivano medicate all’ospedale San Giacomo, per fortuna, nessuno arrivava in gravi condizioni. Si riscontravano contusioni, tagli, lividi, guaribili in pochi giorni. Solo un passeggero, Antonio Pellegrino, veniva ricoverato con una prognosi di venti giorni.

Ad attutire l’urto, sicuramente hanno contribuito i respingenti della motrice parcheggiata in stazione. L’incidente avvenuto intorno alle ore 8,30 del mattino causato da un mancato funzionamento dei freni, come riportava il macchinista Salvatore Ceccarelli di anni 38, concerneva la motrice nr. 38 partita mezzora prima da Prima Porta con pendolari che dalla periferia, raggiungevano il centro per lavoro.

Le indagini per stabilire la dinamica dell’incidente, bloccavano per oltre un’ora il servizio. Ovviamente il gestore della ferrovia, il COTRAL, riteneva poco probabile il cattivo funzionamento dei freni.

Ultima risposta, come riportava l’articolo, spetterà alla perizia tecnica.

Quello che colpiscoe sono le parole dell’autore dell’articolo. Ieri come oggi la storia di ripete: “La Roma Nord, la Ostia Lido e la Roma Fiuggi aspettano da anni  lavori di ammodernamento della regione. Vecchie e abbandonate è il giudizio di tecnici e amministratori”. Quindi, conclude l’articolista: che i freni di una vettura non abbiano funzionato non è dunque impossibile”.  Ieri come oggi si domandano i contribuenti, dove finiscono i nostri soldi per il servizio erogato e le tasse che versiamo?

E’ ora, dicono in molti, che la magistratura intervenga, prima del ripetersi di qualche nuovo, grave incidente.

 

Fonte:

L'Unità 20 giugno 1986